Ingerenze statunitensi: Bolivia (1971-1976)
La Bolivia è un’area delicatissima sul finire degli anni ’60. C’è una giunta militare al governo ma la situazione è instabile. Nel 1970 un contro-colpo di Stato mette al governo Juan José Torres, un uomo di sinistra. Già alla sua elezione iniziano i tentativi di resistenza esterni. Nel suo primo discorso da Capo dello Stato Torres specifica chiaramente quella che sarebbe stata la direzione del suo governo:

Istituisce un’Assemblea popolare (Asamblea del Pueblo) dotata di tutti i poteri di un parlamento funzionante, anche se gli oppositori di destra del regime la definiscono come un “soviet virtuale”; oltre a questo Torres fa altre cose che piacciono al popolo ma non agli Stati Uniti:
– espropria l’industria dello zucchero;
– inizia i negoziati con il governo cileno di Salvador Allende per ottenere l’accesso boliviano al mare;
– nazionalizza i possedimenti in terra boliviana della compagnia petrolifera americana Gulf Oil Company [5].
L’ambasciatore statunitense Ernest Siracusa (già golpista in passato) ordina a Torres di cambiare politica minacciandolo con un blocco finanziario. E così sarà, infatti la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo si rifiutano di concedere a Torres i prestiti necessari per proseguire i lavori di sviluppo industriale.
Torres gode dell’appoggio del popolo e dei militari, ma non delle classi ricche, dell’ala di destra dei rivoluzionari e dell’esercito. Sono proprio questi, assieme agli Stati Uniti e al Brasile, ad organizzare il colpo di Stato. L’ala statunitense anticomunista, in particolare quella sotto Nixon, è profondamente contraria alla sua persistenza al potere.
Nel 1971 una fazione dell’esercito boliviano guidata da Hugo Banzer tenta di spodestare Torres ma fallisce.
Poco dopo Hugo Banzer, anche grazie all’appoggio finanziario e militare da parte degli Stati Uniti riesce a spodestare Torres, il quale deve fuggire dal paese. Gli USA aiutano Banzer anche dopo, quando instaura un regime del terrore nel paese fatto di repressione della libertà di dissenso, dei sindacati e delle università. Banzer farà bandire tutti i partiti di sinistra, ovviamente col benestare statunitense. Non dimentichiamoci che quelli sono gli anni della famigerata Operazione Condor statunitense e dell’intervento della P2 di Licio Gelli nelle Americhe. All’inizio di giugno 1976, Torres viene rapito e ucciso a colpi di arma da fuoco dagli squadroni della morte di destra associati al Governo Videla in Argentina.
Banzer durante il suo mandato, dal ’71 al ’78 fa arrestare circa 3.000 oppositori politici, ne fa uccidere 200 e torturare circa 2.000 nel seminterrato del Ministero dell’Interno.
Che dire, un’altra prova della vera natura liberale che non si fa scrupoli di fronte a qualsiasi tentativo di abbattere il libero mercato in favore del popolo.


A sinistra Josè Torres, a destra Hugo Banzer. [Entrambe le fotografie sono di pubblico dominio].
BIBLIOGRAFIA E FONTI
[1] Maria Luise Wagner (1991), Bolivia: A Country Study
[2] Donna Katzin (2007), Alliance for Power: U.S. Aid to Bolivia Under Banzer
[3] CIA (1972), RDP80-01601R000400150001 (documento parzialmente desecretato nel 2000)
[4] BBC (2009), Hidden cells reveal Bolivia’s dark past
[5] Cambridge University Press (1971), BOLIVIA: LEGISLATION CONCERNING NATIONALIZATION OF BOLIVIAN GULF OIL PROPERTIES

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