Ingerenze

Ingerenze statunitensi: Iran (1953)

Per una serie di motivi piuttosto complessi da raggruppare in un articolo (e sui quali per ora sorvolo), il Medioriente fino ai confini con l’India è un territorio difficile nel ventennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia il motivo cardine per il quale mezzo mondo ha interesse in questa regione è piuttosto semplice: il petrolio.

Del petrolio iraniano se ne parla già nel 1892 e a contenderselo ci sono gli inglesi e i russi già dai tempi del Great Game. Sul finire della contesa, la Gran Bretagna strappa nel 1901 una concessione di 60 anni alla Persia grazie a William Knox D’Arcy [1] e comincia ad estrarre petrolio grazie alla sua compagnia petrolifera, la APOC (Anglo-Persian Oil Company), mettendo i militari in territorio persiano a difesa dei giacimenti [2]. L’accordo però è conveniente solo per gli Occidentali perché prevede che alla Persia spettino solo il 16% dei profitti netti dall’attività estrattiva.

Nel frattempo l’URSS fa un trattato coi persiani nel 1921 (il “Russo-Persian Treaty of Friendship”) per assicurarsi che l’Armata Bianca cacciata dai bolscevichi non potesse attaccare i sovietici dall’Iran come accadeva negli anni precedenti. Torneremo tra poco sulla questione.

I persiani sono insoddisfatti della situazione con i britannici e questi ultimi fanno il colpo di Stato in Persia nel 1925 mettendo al governo il dittatore filo-britannico Reza Khan, che cambia il nome del paese da Persia ad Iran. Con la Seconda Guerra Mondiale sia gli Alleati che l’Armata Rossa invadono l’Iran [3] e di fatto lo occupano per tutto il conflitto. Ovviamente i motivi sono sempre petroliferi: per fare le guerre serve energia e per avere energia serve il petrolio, quindi controllare i giacimenti iraniani significa assicurarsi approvvigionamento energetico per vincere la guerra. Gli USA in tutto questo stanno con la Gran Bretagna perché se devono risolvere da un lato il problema Germania Nazista, dall’altro devono anche evitare di dare troppa potenza di fuoco al loro nemico sovietico.

Finita la guerra, in Iran comincia a nascere il nazionalismo e i leader locali capiscono che le concessioni petrolifere facevano più bene all’Occidente che all’Iran. Nella politica interna iraniana si muove Mossadeq con il Fronte Nazionalista, un partito che ha l’intento di nazionalizzare l’industria petrolifera iraniana per risollevare l’economia del paese e de-colonizzarlo [4]. La questione è sotto la lente di ingrandimento degli americani, almeno da quanto emerge dai documenti de-classificati dei servizi segreti [5]. Infatti sebbene gli USA mantenessero il supporto in pubblico alla Gran Bretagna, in realtà in privato supportavano il nazionalismo Iraniano. Perché?
Lo si legge nel report governativo (al tempo segreto) del 1952 [5]:

“Per gli USA è di fondamentale importanza che l’Iran rimanga una nazione indipendente e sovrana, non dominata dall’URSS. A causa della sua posizione strategica chiave, delle sue risorse petrolifere, della sua vulnerabilità all’intervento o all’attacco armato dell’URSS e della sua vulnerabilità alla sovversione politica, l’Iran deve essere considerato un obiettivo continuo dell’espansione sovietica. La perdita dell’Iran per default o per intervento sovietico:

– costituirebbe una grave minaccia per la sicurezza dell’interno Medioriente, compresi il Pakistan e l’India;

– permetterebbe ai comunisti di negare al mondo libero l’accesso al petrolio iraniano e minaccerebbe seriamente la perdita di altro petrolio mediorientale;

– accrescerebbe la capacità dell’URSS di minacciare le importanti linee di comunicazione USA/UK;

– danneggerebbe il prestigio degli USA nei paesi vicini e, con l’eccezione della Turchia e forse del Pakistan, indebolirebbe seriamente (se non addirittura distruggerebbe) la loro volontà di resistere alle pressioni comuniste;

– darebbe il via ad una serie di sviluppi militari, politici ed economici le cui conseguenze metterebbero in serio pericolo gli interessi di sicurezza degli USA.”

Claro? Bene. Anche perché poi nel documento dicono chiaramente che faranno il colpo di Stato se necessario. E come vedremo dal loro punto di vista sarà necessario. Mossadeq infatti diventa primo ministro e sul finire del 1951 il Parlamento iraniano approva la nazionalizzazione del settore petrolifero e questo fa incazzare gli inglesi ma trasforma Mossadeq in un eroe nazionale con un sostegno senza precedenti nel paese [6].

Per contrastare Mossadeq la Gran Bretagna si rivolge agli USA di Truman per farsi aiutare nel fare il colpo di Stato ma gli USA rifiutano. E se avete letto bene il report segreto di sopra è chiaro il perché: meglio che qualcuno ci perda qualcosa ma che l’Iran non cada in mano Sovietica. L’Iran propone alla Gran Bretagna di rinegoziare gli accordi estrattivi al 50% e gli USA supportano questa scelta, ma gli inglesi rifiutano. Non pago di questo, inizia a tramare per rovesciare il governo iraniano [6].

La Gran Bretagna ordina alla sua compagnia petrolifera AIOC di non lavorare più con gli iraniani, causando un crollo della produzione in Iran e la crisi di Abadan. Inoltre applicano un embargo vietando l’export di zucchero, ferro ed altri prodotti essenziali verso l’Iran e congelando i conti correnti iraniani nelle banche britanniche (vi ricorda qualcosa???). L’embargo viene esteso a tutta la marina inglese. La questione finisce al Tribunale dell’Aia, dove Mossadeq dice che:

“Il mondo deve sapere che un paese crudele e imperialistico ruba a persone bisognose e nude.”

La Gran Bretagna perde in tribunale ma continua ad applicare l’embargo in Iran. A quel punto l’Iran invita un dirigente petrolifero americano e gli USA accettano. Questo fa incazzare Churchill, il quale ricorda a Truman che la Gran Bretagna stava supportando gli americani in Corea e aveva il diritto di aspettarsi che americani e inglesi fossero uniti sull’Iran [5, 7].

Il continuo sforzo britannico per sovvertire il governo iraniano arriva ad una svolta. Infatti i rapporti tra l’Ayatollah Kashani e Mossadeq si fanno sempre più difficili perché Mossadeq sta titubando nel trasformare l’Iran in uno Stato islamico. Così nel 1953 Kashani sostiene il colpo di Stato privando Mossadeq del supporto dei religiosi.

Gli agenti segreti inglesi iniziano a corrompere i candidati alle elezioni del ’52 sperando di deporre Mossadeq in modo “legale”. In quel frangente però il Partito Comunista Iraniano (il Tudeh) sosteneva l’URSS e inizia ad infiltrarsi nei militari invitando le masse a supportare Mossadeq [8]. Inizialmente il Tudeh non era a favore di Mossadeq, ma quando invece decide di sostenerlo gli USA iniziano a capire che è arrivato il momento di agire. Infatti il Regno Unito convince il segretario di stato statunitense John Foster Dulles (fratello del capo della CIA) che l’Iran stava cadendo in mano all’Unione Sovietica, e che proprio il confine con l’URSS rendeva strategicamente appetibile un Iran filo-americano che si aggiungeva alla Turchia, membro della NATO e anch’essa confinante con i sovietici. Il Tudeh sta diventando de facto la gendarmeria di Mossadeq e di conseguenza la CIA inizia a mobilitare le masse pro-scià contro Mossadeq [6].

Nel 1953 sotto Eisenhower gli USA alla fine acconsentono a fare il colpo di Stato in comune con la Gran Bretagna deponendo Mossadeq e reinsediando lo scià con la cosiddetta “Operazione Ajax” [9]. L’operazione prevede però che la Gran Bretagna abbandoni il monopolio della AIOC facendo entrare nel mercato petrolifero anche la Shell, i francesi e tutte le maggiori compagnie petrolifere americane. Lo scià partecipa al colpo di Stato perché viene informato dalla CIA di Allen Dulles che se non si fosse allineato sarebbe stato deposto a sua volta [4].

In realtà il primo tentativo di colpo di Stato fallisce, ma in pochissimi giorni il generale Zahedi (uno dei golpisti) e l’ayatollah Mohammad Behbahani elaborano un nuovo piano finanziato dalla CIA attraverso quelli che sarebbero stati chiamati i “Behbahani dollars”. Lo scià è fuggito in Italia e Mossadeq pensa di aver sfangato il pericolo, ma i due capitalizzano la situazione di tensione per scatenare una rivolta dei religiosi contro Mossadeq. Il 19 Agosto 1953 la casa di Mossadeq viene invasa dai militari e Mossadeq si consegna. Da quel momento in poi Zahedi prende il posto di Mossadeq sotto attenta supervisione della CIA.

Questo evento ha segnato la nascita del sentimento antiamericano in Iran, sfociato poi nella famosa Rivoluzione del 1979 che ha fatto schizzare il prezzo del petrolio alle stelle riacutizzando la stagflation europea. Il giudice della Corte Suprema William O. Douglas, che visitò l’Iran prima e dopo il colpo di stato, scrisse che [10]:

“Quando Mossadeq e la Persia, iniziarono a fare delle riforme di base, ci allarmammo. Ci unimmo con i britannici per distruggerlo; ci riuscimmo, e da allora, il nostro nome non è stato onorato in Medioriente.”

BIBLIOGRAFIA E FONTI

[1]   Stefano Beltrame (2009), Mossadeq: L’Iran, il petrolio, gli Stati Uniti e le radici della Rivoluzione Islamica

[2]   Daniel Yergin (1996), Il Premio: L’epica storia della corsa al petrolio

[3]   Dr. Kaveh Farrokh (2011), Iran at War in 1500-1988

[4]   Abbas Milani (2011), The Shah

[5]   James S. Lay Jr. – The National Security Archive (1952), United States policy regarding the current situation in Iran (De-classified document)

[6]   Wolfgang K. Kressin (1991), Prime Minister Mossadegh and Ayatullah Kashani From Unity to Enmity: As Viewed from the American Embassy in Tehran, June 1950 – August 1953

[7]   Mark J. Gasiorowski – International Journal of Middle East Studies(1987), The 1953 Coup d’Etat in Iran

[8]   Office of the Military Governor of Teheran: Black Book on Tudeh Officers Organization. 1956

[9]   Bethany Allen-Ebrahimian (2017), 64 Years Later, CIA Finally Releases Details of Iranian Coup

[10]   Stephen Kinzer (2007), Overthrow: America’s Century of Regime Change from Hawaii to Iraq

Il contenuto di questo articolo è rilasciato sotto licenza Creative Commons CC BY-ND 4.0. Per maggiori informazioni consultare le tipologie di licenza Creative Commons.

Per approvazione dell’autore per la creazione di opere derivate, contattare l’autore nell’apposita sezione.