Il punto della situazione: parte 4 – L’Italia come “modello da seguire”
Il punto della situazione:
Parte 4 - L'Italia come "modello da seguire"
di G.F.
Foto in evidenza caricata da CDC su Unsplash.com, disponibile a questo link. Foto rilasciata con licenza CC0.
1. La fobia del tampone positivo e la caccia agli asintomatici.
Nel momento apicale della prima ondata c’erano ancora pochi tamponi disponibili perché la produzione era limitata, per ovvie ragioni. E’ andata diffondendosi questa mania del tampone come strumento diagnostico nel momento in cui i contagi hanno iniziato a calare durante il primo lockdown.
Nei primi sei mesi della pandemia c’è stato un gran fermento su quale fosse il vero tasso di letalità di questa malattia. Si parlava di oltre il 6% ma il risultato era falsato dal fatto che i tamponi disponibili erano pochi. Poi improvvisamente la Corea del Sud ha iniziato un’operazione di controllo a tappeto attraverso tamponi per verificare questo dato. Mentre l’OMS dichiarava il 3,4%, l’aver effettuato il test su 140.000 individui in Corea del Sud ha ridotto drasticamente questa percentuale allo 0,6% [1]. Simultaneamente stava infatti crescendo il numero di tamponi disponibili e all’aumentare dei tamponi andava diminuendo il numero di contagiati, andando sempre più a dimostrare la tesi della Corea, ovvero del fatto che il tasso di mortalità del Covid fosse effettivamente molto basso, in particolare sotto i 40 anni.
Non appena iniziano ad essere effettuati i test anche a persone asintomatiche si scopre che il mondo è strapieno di asintomatici. Per un patogeno generalmente un’infezione asintomatica non è considerabile un’infezione, ma il SARS-CoV2 purtroppo non è un patogeno di origine naturale ad ha una serie di caratteristiche che lo rendono trasmissibile anche da parte degli asintomatici. Come abbiamo visto nella parte 1, la sua aggressività è data principalmente da due fattori [2]:
– il meccanismo molecolare del furin cleavage site, che ha soltanto questo virus nella sua famiglia
– la capacità da parte degli amminoacidi finali del virus di aggredire le cellule umane anche in assenza del recettore ACE2, altra caratteristica assente nei coronavirus naturali
In particolare il secondo punto lo rende talmente adatto alla trasmissione nella specie umana che anche gli asintomatici possono contagiare (seppur con una probabilità molto più bassa). Mentre in un contesto normale un asintomatico non solo non è un paziente ma non è nemmeno contagioso, nel caso del SARS-CoV2 una persona asintomatica nonostante continui a non essere un paziente è un potenziale veicolo di contagio.
Ad un certo punto, con l’aumento dei tamponi disponibili, iniziano a proliferare i casi di persone completamente asintomatiche con tampone positivo.
Innanzitutto bisogna fare chiarezza sui tamponi perché spesso si parla di tampone ma si dovrebbe parlare più genericamente di Covid test. Esistono 5 tipi di Covid test, tutti con caratteristiche diverse:
– Tampone (test molecolare): viene analizzato un campione delle vie respiratorie e attraverso la famosa tecnica della RT-PCR vengono amplificati i geni virali, dando una risposta in meno di mezza giornata.
– Tampone rapido (test antigenico): simile a sopra ma invece dei geni virali si cercano gli antigeni, cioè le proteine virali, dando risposta in 15 minuti. E’ meno affidabile e quindi richiede conferma con un secondo tampone.
– Test sierologico: E’ un test del sangue che cerca la risposta anticorpale alla malattia (quindi le IgG, le IgM e le IgA). Basta un prelievo di sangue venoso.
– Test sierologico rapido: E’ come il sierologico classico ma basta una goccia di sangue ma l’analisi è qualitativa (solo la presenza di risposta anticorpale, ma non quale). In 15 minuti da il risultato.
– Test salivari: Si preleva la saliva e in un’ora si è in grado di trovare l’RNA del virus (se test salivare molecolare) o le proteine virali (se test salivare antigenico).
Detto questo, nessuno di questi strumenti da solo può essere considerato uno strumento diagnostico completo. Infatti il tampone rivela un’infezione in atto (sempre ammesso che il fattore di amplificazione di PCR sia giusto), mentre un sierologico rivela un’infezione che potenzialmente può anche essere pregressa e di molto. In linea teorica combinazioni di questi fornirebbero un quadro più completo.
Ma tutto questo sottende una cosa: l’affidabilità intrinseca dei test. Poiché il più usato e affidabile è il tampone molecolare, cerchiamo di capire quanto è efficiente un tampone molecolare.
Il tampone fornisce dei risultati sulla base della tecnica RT-PCR che detto in soldoni consente di “amplificare” ciò che è presente nel materiale prelevato dal paziente. Questo viene fatto attraverso dei cicli di amplificazione e chiaramente più si amplifica e più piccola è la quantità rilevata, quindi più probabile è ottenere un falso positivo. In uno studio della Oxford University è stato messo in evidenza che con un fattore di amplificazione di 25, la correlazione tra positività rilevata allo scanner e in coltura è del 70%, mentre va progressivamente scendendo fino ad arrivare al 3% con un fattore di amplificazione di 35 [3].
Questo non significa che i test siano inaffidabili di per sé, ma molto dipende dal fattore di amplificazione, che può essere utilizzato come deterrente per individuare positivi anche laddove non ce ne sono.
Ma non solo, giocando sul fattore di amplificazione si può persino andare a inventare di sana pianta le presunte “prove” del funzionamento di un trattamento sanitario. Se per esempio si vuole andare a dimostrare che grazie ai vaccini diminuiscono i contagi, basta ridurre il fattore di amplificazione. I contagi reali verrebbero comunque fuori, ma quelli falsi si ridurrebbero drasticamente facendo emergere un minor numero complessivo dei contagi e questo verrebbe poi riportato dai media come “efficacia strabiliante delle misure adottate”. Messi in questi termini dunque, sono un po’ come un termostato per regolare la percezione dello status della pandemia.
Fatto sta che ad un certo punto sono letteralmente esplosi gli asintomatici nel periodo successivo al lockdown, superando la metà dei positivi totali, in tutte le fasce di età e senza vaccinazioni di mezzo [4]:

Perciò se nel grafico di sopra si guarda bene cosa è accaduto, si nota che i casi critici e i decessi sono fortemente diminuiti mentre da Maggio si è amplificata enormemente la fascia degli asintomatici. Sommando poi gli asintomatici, i paucisintomatici, i lievi e i guariti si supera il 90% della popolazione già da Giugno 2020. Inoltre a rigore i dati iniziali sarebbero da considerarsi affetti da bias viste le innumerevoli variabili differenti rispetto alla situazione attuale.
Infine, esattamente come per tutte le altre cose, un conto è la teoria e un altro è la pratica. Nella pratica accade che i test possono subire contaminazioni che ne pregiudicano il risultato, oppure essere condotti da personale non abbastanza competente, in condizioni sbagliate, con cicli di amplificazione sbagliati, etc… tutto questo è stato messo in luce anche da uno studio pubblicato su The Lancet [5] e fa capire che il problema dei falsi positivi (e anche dei falsi negativi, che forse è anche peggio) è un problema concreto. E soprattutto è più ampio di quanto si voglia credere.
In effetti la questione dell’utilizzo dei tamponi come strumento diagnostico rimane qualcosa tutt’oggi abbastanza discutibile. Infatti bisogna prima definire che cosa significa positivo ad un tampone. Come abbiamo detto l’essere positivo significa rilevare del materiale a seguito di un’amplificazione. Ecco, uno studio rivela che con un fattore di amplificazione di 33 non ha nemmeno senso parlare di contagio [14]. Anche l’ammissione dell’OMS sul fatto che senza un’adeguata considerazione del contesto clinico ed epidemiologico e senza che si conosca il numero dei cicli di amplificazione adottato, un tampone positivo non dice letteralmente nulla sullo stato di salute e l’infettività di un soggetto [15].
In poche parole se non si valuta prima la condizione del paziente e le condizioni al contorno (quindi per esempio lo stato dell’epidemia in corso tra la popolazione) e se non si conosce il fattore di amplificazione, il risultato di un tampone, cioè dello strumento con il quale si decide di fatto se uno è malato o meno è aria fritta.
2. Chi non fa lockdown sta compiendo un’azzardo.
C’è stato un momento in cui, nel pieno della crisi sanitaria, la Svezia senza lockdown aveva risultati migliori dell’Italia in stato di lockdown. E’ vero? Guardiamo i dati relativi alle regioni più colpite:

Se si guarda al totale di contagiati e soprattutto di morti, viaggiamo su ordini di grandezza diversi, ma questo non è un confronto a parità di condizioni. La critica mainstream a tutto questo è riassumibile in “In Svezia hanno un territorio più vasto e molti meno abitanti, quindi la densità di abitanti è più bassa ed è per questo che hanno avuto meno casi”.
In realtà non è così semplice.
Guardare soltanto la densità abitativa è sbagliato perché bisogna anche tener conto del numero di abitanti visto che il virus si diffonde su una popolazione più grande. Pertanto il discorso della densità regge fino ad un certo punto, soprattutto se si pensa all’immaginario collettivo distorto che abbiamo della Svezia.
Proprio per farvi capire la pericolosità della mala interpretazione dei dati, vi faccio vedere un piccolo esercizio che può fare chiunque (i dati che riporto sono aggiornati al 6 Agosto 2021). Il grosso problema è valutare zone “simili” e per quanto uno possa inventarsi coefficienti correttivi, questi non saranno mai uno specchio della realtà.
Infatti se andiamo a dire che “se una formica fosse grande come un elefante solleverebbe 600 tonnellate con le sole mascelle” stiamo dicendo una cazzata. Questo infatti è vero solo teoricamente perché uno prende i pesi che solleva la formica, il peso della formica e poi li converte sulla base del peso dell’elefante. Dov’é l’errore? L’errore è che questo esempio non è fatto a parità di condizioni. Se infatti una formica fosse pesante come un elefante la sua struttura sarebbe diversa (perché dovrebbe sostenere un peso differente), il suo metabolismo sarebbe diverso (presumibilmente più complesso visto che sarebbe immensamente più grande) e la sua capacità di sollevare pesi sarebbe di sicuro molto inferiore alle 600 tonnellate (perché le leggi della fisica non scalano tutte).
Quindi per fare un confronto sensato dobbiamo ragionare a parità di condizioni. E come si fa?
Le varie regioni di Italia e Svezia hanno popolazione e densità abitative differenti, quindi possiamo paragonare solo quelle regioni che hanno i loro coefficienti di ponderazione simili: per confrontare a parità di condizioni due regioni, queste dovranno avere il prodotto di tutti i coefficienti di ponderazione il più possibile vicino a 1. Se come coefficienti prendiamo il rapporto tra il numero di abitanti delle due regioni a confronto e il rapporto delle densità abitative delle due regioni a confronto, il loro prodotto deve essere vicino all’unità.
In tutto questo sto ipotizzando qualcosa di molto forte a monte, ovvero che i dati su contagi e morti siano affidabili e calcolati nello stesso modo tra i due paesi (purtroppo in assenza di questa informazione non possiamo che procedere altrimenti).
In questo caso per esempio possiamo paragonare a parità di condizioni la Contea di Stoccolma con l’Emilia-Romagna (infatti il fattore è di 1,014). Il risultato è ribaltato rispetto alla narrazione mainstream: con questa metodologia quelle due regioni sono le uniche due realmente confrontabili tra loro e viene fuori che nonostante la Contea di Stoccolma abbia il 30% in più dei casi dell’Emilia-Romagna, ha il 30% in meno dei morti.
Questo dunque suggerirebbe quindi che la gestione sanitaria della Svezia fino ad Agosto 2021 sia stata migliore di quella italiana.
Il mio è chiaramente solo un invito a riflettere sul fatto che differenti metodi di interpretazione dei dati possono portare a risultati totalmente diversi. Bisogna sempre stare attenti quando si riportano i dati perché gran parte della questione la fa l’interpretazione di quei dati.
Passiamo ora al Regno Unito. Come sapete la propaganda europeista non ha fatto altro che vomitare nel mainstream tutta la sua frustrazione per l’uscita della Gran Bretagna. Ricordo scenari apocalittici propinati all’orizzonte, come ad esempio “Si prevede che in UK a causa della Brexit mancheranno cibo e medicine” [6, 7], salvo poi essere smentite dalla realtà dei fatti, cioè per esempio il fatto che la Gran Bretagna in soli 3 mesi ha vaccinato quasi il 60% della popolazione [8] (e menomale che dovevano restare senza medicinali):
2019

2021

Al di là della becera propaganda europeista che non fa altro che gettare fango su chi non gli va a genio, andiamo a fare la stessa analisi che abbiamo fatto prima (visto che tutto sommato gli abitanti e la densità abitativa di Gran Bretagna e Italia è abbastanza comparabile:

I dati sono presi dal Governo britannico e sono calcolati fino all’8 Agosto 2021 [9]. Ho applicato lo stesso metodo: comparando per esempio la regione del Midlands con la Lombardia (il coefficiente di ponderazione è di 0,85) viene fuori che la regione inglese ha avuto il 33% in meno di morti; il South East e la Lombardia sono ancora più comparabili (coefficiente 0,94) e viene fuori che la Lombardia ha avuto a parità di condizioni 2 volte e mezzo più morti del South East; ancora, comparando il Veneto al South West (coefficiente 0,91) si ha che i morti italiani sono stati 2,27 volte di più rispetto agli inglesi.
Questo testimonia ancora una volta quanto la narrazione mainstream differisca da quella reale. Il “modello da seguire” in termini di gestione della pandemia di certo non è stato e non è attualmente l’Italia.
3. Quando l’estate sarà finita vedrete le conseguenze dei vostri assembramenti estivi.
Arriviamo all’estate 2020. I contagi sono calati e il virus inizia a scemare. Tutto sembra esser ripreso quasi alla normalità, se non per le abitudini ormai cambiate e le migliaia di persone con l’attività chiusa per sempre o paralizzata. Il Governo emana il cosiddetto “Decreto Rilancio” [10], con cui spera di convincere la gente che può lasciarsi tutto alle spalle e far ripartire il paese. Vengono stanziati 2,4 miliardi di € per incentivare i viaggi in Italia da parte dei residenti, 500€ a testa di massimale.
Sebbene più di un terzo delle strutture alberghiere non accetti il bonus [11] e sebbene soltanto un terzo degli italiani lo abbia richiesto [12] la gente comunque almeno in parte si è spostata.
Il virus però nel frattempo è mutato, perdendo potenza ma sviluppando contagiosità, come sarebbe stato chiaramente prevedibile secondo la nostra conoscenza medica attuale. La prima variante rilevata è quella inglese (la cosiddetta variante Alpha) già nel Febbraio 2020, ma che va sotto osservazione solo sul finire del 2020. Quindi per tutta l’estate, sempre a colpi di DPCM, il paese tira avanti la carretta. Dopo aver sospeso il Patto di Stabilità, nonostante una spesa a deficit del 10% il paese arranca. Le terapie intensive ormai si sono svuotate e i tamponi fatti decuplicano. E’ record di asintomatici.
Chiaramente essendosi spostati durante l’estate, adesso nei media mainstream c’è una scusa perfetta per la risalita dei contagi, che contemporaneamente va a denigrare gli italiani, cosa che negli ultimi 30 anni è piuttosto di moda nei media di regime.
In questo periodo la narrazione mainstream riporta inoltre sempre quello che gli fa comodo, ovvero interviste a complottisti e/o a persone senza adeguata preparazione in materia, mentre dall’altro lato contrappone una narrazione uniforme, supportata da figure autorevoli (sebbene siano solo presunte tali) e volta a denigrare il dubbio in materia. Si stavano mettendo le basi già per quello che sarebbe venuto dopo: l’esperimento vaccinale.
Ma questo lo vedremo nelle sezioni successive.
Intanto poiché iniziano ad esplodere i casi in altri paesi (vedi Stati Uniti e Brasile), l’Italia viene presa a modello come paese all’avanguardia nella gestione sanitaria di un evento di questo tipo [13]. Ovviamente come abbiamo visto c’è poco da elogiare visto che le redini le hanno tirate personaggi senza alcuna intenzione di operare una corretta analisi dei dati.
4. Conclusioni.
Si iniziano ad utilizzare i tamponi come strumenti diagnostici, sebbene il loro funzionamento sia abbastanza border line. Non essendoci uno standard universale sulla PCR si può modulare il risultato sulla base del numero di cicli di amplificazione e questo rende la tecnica duttile in base alle esigenze, soprattutto politiche. Nel giro di pochi mesi la vera severità del SARS-CoV2 viene fuori: la mortalità è molto bassa ma in assenza di farmaci approvati i Governi provvedono con le chiusure. L’Italia viene inquadrata come modello da seguire ma in realtà i due paesi che più di tutti sono l’emblema dell’assenza di lockdown in quel periodo (UK e Svezia) dati alla mano ottengono risultati migliori. Ovviamente però la distorsione della realtà e l’occultamento dei risultati è il pane quotidiano della disinformazione mainstream, la quale non fa che inveire contro il modello adottato da questi due paesi e non fa altro che gettare fango addosso alla Gran Bretagna, ancora una volta per la storia della Brexit. Nel frattempo il Governo italiano dopo la discesa dei casi promuove la ripresa con dei bonus ma questo non funziona e col ritorno della stagione invernale il COVID torna all’attacco e il paese finisce per chiudersi in nuove misure restrittive.
Detto questo possiamo passare al prossimo capitolo.
BIBLIOGRAFIA E FONTI
[1] Aria Bendix – Business Insider (2020), South Korea has tested 140,000 people for the coronavirus. That could explain why its death rate is just 0.6% – far lower than in China or the US.
[2] Paolo Barnard, Steven Quay & Angus Dalgleish (2021), L’origine del virus
[3] Rita Jaafar, Sarah Aherfi, Nathalie Wurtz, Clio Grimaldier, Thuan Van Hoang, Philippe Colson, Didier Raoult & Bernard La Scola (2020), Correlation Between 3790 Quantitative Polymerase Chain Reaction–Positives Samples and Positive Cell Cultures, Including 1941 Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Isolates
[4] Istituto Superiore di Sanità (2020), Epidemia COVID-19, Aggiornamento nazionale 13 Ottobre 2020
[5] Elena Surkova, Vladyslav Nikolayevskyy & Francis Drobniewski – The Lancet (2020), False-positive COVID-19 results: hidden problems and costs
[6] Luigi Ippolito – Il Corriere della Sera (2018), Brexit, lo scenario dell’Apocalisse: in due giorni mancheranno medicine e rifornimenti
[7] Enrico Franceschini – La Repubblica (2019), Brexit, rapporto del governo: con il “no deal” rischio di scarsità di cibo, farmaci e carburante
[8] AGI (2021), In Gran Bretagna in 30 milioni hanno ricevuto la prima dose di vaccino
[9] Greater London Authority, Coronavirus (COVID-19) Deaths –> NHSE announced deaths by region
[10] Gazzetta Ufficiale (2020), Decreto Legge del 19 maggio 2020, n. 34
[11] SkyTg24 (2020), Bonus vacanze, Unioncamere: “Il 30,8% delle strutture alberghiere non lo accetta”
[12] Lorenzo Borga – SkyTg24 (2020), L’estate è finita, il bonus vacanze no: lo ha chiesto solo uno su tre
[13] SkyTg24 (2020), Coronavirus: New York Times elogia l’Italia, da epicentro a modello
[14] Bernard La Scola, Marion Le Bideau, Julien Andreani, Van Thuan Hoang, Clio Grimaldier, Philippe Colson, Philippe Gautret & Didier Raoult (2020), Viral RNA load as determined by cell culture as a management tool for discharge of SARS-CoV-2 patients from infectious disease wards
[15] WHO (2020), World Health Organization issues notice for in vitro diagnostics users

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